Tweet Senza Prometeo: 2012

sabato 29 dicembre 2012

Termovalorizzatori per morire

 
 
 
 
 
termovalorizzatori per morire
 
 
 
intervista con il dottor montanari ricercatore e scienziato di fama mondiale , studioso di nanopatologie e nanoparticelle o polveri sottili .
divulgare e condividere la conoscenza per un'altra idea di mondo.

giovedì 20 dicembre 2012

La stella di sventura


Una cometa e’ apparsa sui cieli di Torino , ma non e’ la stella che porta speranza e amore , e’ una stella cometa che come nel medioevo porta sventure e morte , un presagio , un simbolo non dissimile dall’occhio di Sauron espressione del male nel famoso romanzo della saga “ Il  signore degli anelli “ .  Quella cometa apposta a 115 metri di altezza sulla ciminiera dell’Inceneritore del Gerbido  rappresenta  davvero la fine di una speranza : quella che si potesse fare dei rifiuti una risorsa in un tempo in cui le materie prime a livello mondiale si stanno riducendo e diventano sempre piu’ preziose  a tal punto che altri paesi , certamente piu’ lungimiranti, ne stanno facendo incetta, anziche’ incenerirli .
 Il passaggio dell’80% di TRM a Iren  rappresenta l’ennesima  menzogna rispetto alle reiterate promesse che questo inceneritore sarebbe rimasto sotto il controllo pubblico, cosi come la promessa evaporata cammin facendo che un’altra azienda altamente inquinante , come la Servizi Industriali, sarebbe stata  riallocata in aree piu’ sicure o dimessa .
Questo passaggio a Iren e il contratto capestro che e’ stato stipulato , del  cosiddetto “vuoto contro pieno” , comporta   una serie di conseguenze : le 421000 tonnellate  di rifiuti da incenerire ,che sono la soglia minima , sono la  quota inderogabile a fronte della quale viene stabilito la tariffa rifiuti indipendentemente dalla quantita’ effettivamente portata all’incenerimento , in altri termini portare meno rifiuti all’inceneritore non diminuira’ di un centesimo i costi per i comuni e questo costituisce  un disincentivo palese alla differenziazione e quindi alla riduzione dei rifiuti stessi , inoltre tale quota puo’ essere aumentata fino a 600000 tonnellate , non essendoci nessun patto contrario e questo comporta un ulteriore alterazione dei parametri della cosiddetta compatibilita’ ambientale, cioe’ dell’emissione dei veleni sul territorio .
 A cio’ si aggiunge il fatto che una societa’ privata la cui missione e’ unicamente il profitto avra’ tre strade per ridurre i costi a danno dei cittadini : aumentare le tariffe di smaltimento , aumentare appunto le quantita’ di rifiuti da incenerire o  ridurre i controlli, cioe’ ridurre i costosissimi interventi di  rinnovo dei sistemi di  filtraggio che attenuano l’impatto ambientale delle emissioni dal camino e nell’ambiente .
Ma i rifiuti non spariscono nel nulla , semplicemente si trasformano in altri rifiuti , come i ben oltre 145 autocarri giornalieri solo per il trasposto dei residui della combustione sotto forma di ceneri  di cui ben 30 tonnellate al giorno di ceneri altamente tossiche  , liquidi , come percolati di fossa dovuti ai lavaggi , in atmosfera, gas come i micidiali metalli pesanti ,idrocarburi policiclici aromatici, vapori, sostanze organiche volatili e polveri ultrasottili altamente cancerogene al di sotto dei PM2,5 che essendo piu’ leggeri dei pollini si depositano a centinaia di km di distanza inquinando anche i terreni e le coltivazioni . 
Mentre da una parte i governi tagliano la spesa sanitaria e i posti letto negli ospedali lamentando un incremento costante  dei costi della  assistenza , dall’altro vi sono Comuni , Provincie e Regioni che creano le premesse per un’aumento esponenziale di malattie cardiovascolari e di  tumori  attraverso un uso criminale che punta a  tecnologie come quelle per l’incenerimento dei rifiuti,  ormai universalmente riconosciute superate perfino dai loro estimatori , come lo stesso ministro Clini e utilizzate in via marginale in Europa in vista di una progressiva dismissione .
La stella cometa sul camino del Gerbido annuncia sventura per i prossimi 30 anni  portando un nefasto mantello di morte su tutta la provincia e oltre perche’ dal 30 aprile 2013  in poi nessuno potra’ piu’ sentirsi indenne nel suo cortile .

martedì 27 novembre 2012

La tecnica e lo spread ambientale


Da "Cristianesimo, la religione dal cielo vuoto"  Di Umberto Galimberti :


"Caduta l’immutabilità dell’ordine naturale, come pensavano i Greci, dovuto all’avvento della religione giudaico-cristiana che pensa la natura come un effetto della volontà di Dio; caduto Dio con l’avvento dell’umanesimo e della scienza moderna, che hanno trasferito alla volontà dell’uomo le prerogative della volontà di Dio, ora è l’uomo a soccombere sotto l’egemonia della tecnica, che non riconosce come suo limite né la natura, né Dio, e neppure l’uomo, ma solo lo stato dei risultati raggiunti, che può essere spostato all’infinito, senz’altro scopo se non l’autopotenziamento della tecnica fine a se stessa. A questo punto anche la storia perde la sua consistenza, perché la terra, teatro della storia, è resa instabile dalla tecnica, che ha il potere di abolire la scena su cui l’uomo ha raccontato la sua storia.
Il risveglio religioso, in tutte le diverse forme a cui oggi assistiamo, non deve trarre in inganno. Esso è solo un sintomo dell’inquietudine dell’uomo contemporaneo che, cresciuto nella visione della tecnica come progetto di salvezza, oggi percepisce all’ombra del progresso la possibilità di distruzione, e all’ombra dell’espansione tecnica la possibilità di estinzione."
“La tecnica come progetto di salvezza” sembra un vestito tagliato su misura per rappresentare la situazione italiana dove “ i tecnici “ vengono chiamati dalla politica allo scopo di salvare il paese da una crisi economica che sembra essere  nella condizione di portare la nazione sull’orlo del fallimento . Una crisi finanziaria nata da bolle speculative che avevano avuto origine negli Stati Uniti si abbatte sull’Europa  e  mette in crisi i paesi con il debito pubblico piu’ elevato in virtu’ di una moneta come l’Euro non sufficientemente protetta da una banca centrale in grado di intervenire contro gli effetti della speculazione internazionale . La tecnica finanziaria diventa denaro per fare denaro . Il capitalismo basato sui beni e sui sistemi di produzione viene soppiantato da investimenti in derivati . Il denaro non si fa piu’ con la produzione di beni ma con il denaro . La carta che produce altra carta e altro debito . Una ricchezza virtuale , un castello di carta destinato a crollare : l’autopotenziamento della tecnica fine a se stesso “ appunto . Lo scenario storico in cui si era creato il capitalismo  viene abolito per essere sostituito da quello finanziario . Il liberismo e la sua forma estrema, il neoliberismo , sono il vaso di pandora del capitalismo . Il mostro tanto potente quanto cieco che non conosce il senso del limite e conoscendo solo la crescita non vede cio’ che e’ piu’ lampante : l’esaurirsi di una spinta propulsiva e delle risorse costituite dalle materie prime e dai mercati di cui esso si alimenta. Un limite ovvio per chi conosce la natura , l’uomo, se non un Dio, che da tempo non costituisce piu’ l’universo delle regole a cui affidarsi .  
Se l’unica regola diventa il raggiungimento di un risultato e il risultato diventa un’asticella che si deve alzare all’infinito e’ elementare prefigurare un momento in cui quell’asta sara’ troppo alta per essere superata se viviamo all’interno di una stanza che ha un soffitto . Il nostro soffitto e’ costituito dal pianeta in cui viviamo con i suoi confini e le sue risorse limitate e le condizioni ambientali che consentono la vita solo in determinate condizioni .
 Ma il senso del limite per il liberismo e per la tecnica che lo supporta non appartiene al suo dna e cosi si pensa, ad esempio,  di risolvere il  debito di una nazione chiedendo sempre nuovi sacrifici in termini di tassazioni e di riduzione di servizi che rappresentano  anch’essi un’aumento di spesa per i singoli cittadini . Ne consegue un’impoverimento generale che alimenta diminuzione dei consumi e perdita di posti di lavoro e quindi un’ulteriore impossibilita’ di far fronte ad un debito che non viene piu’ ridimensionato . Si strangola progressivamente il debitore che cosi’ non sara’ mai piu’ in grado di far fronte ai suoi impegni . Quella crescita infinita che si vorrebbe realizzare diventa paradossalmente una decrescita , ma una decrescita infelice, perche’ non spiegata e anzi fatta passare per una strategia di crescita a lungo termine .
Le risorse esistono, ma rimangono nella mani di pochi privilegiati anziche’ essere  ridistribuite perche’ il liberismo, al contrario del comunismo,  non prevede la distribuzione delle ricchezze . Tutte le manovre economiche finiscono cosi per  essere a carico non della collettivita’ , ma solo della parte piu’ numerosa e meno abbiente . Eppure, in un mondo dove le risorse si esauriscono, l’unico sistema possibile e necessario dovrebbe essere quello che prevede la redistribuzione delle ricchezze accumulate nel tempo, anziche lo sfruttamento e l’accumulo nelle mani di pochi di quelle ancora disponibili . 
Il 12 agosto di quest’anno è scoccato l’Earth Overshoot Day, cioè il giorno in cui il genere umano ha consumato tutte le risorse disponibili sul pianeta per l’anno in corso (e che negli anni Settanta scoccava ancora a fine anno). Questo significa che dal 13 agosto le risorse di vita dell’umanità sono in perdita: dato che i conti sono in rosso, per arrivare a fine anno si deve dar fondo alle scorte, e così nel 2013 l’Earth Overshoot Day sarà ulteriormente anticipato. Il “debito pubblico” di cui dobbiamo preoccuparci di più, dunque, è quello con il pianeta che potrebbe lasciarci senza cibo, né acqua, né energia. 
Un proverbio pellerossa dice che il mondo non ci appartiene, ma l’abbiamo in prestito dai nostri figli.Questo insegnamento deve improntare ogni nostra azione, perché le risorse non sono inesauribili, e invece noi consumiamo il mondo come se ne avessimo un altro a disposizione; questa è una follia su cui i politici, a tutti i livelli, hanno una responsabilità enorme. Questo costituisce il vero “spread” ambientale di cui dovremmo davvero farci carico .  


sabato 24 novembre 2012

Filosofia per l'uomo contemporaneo




Nelle parole di un grande filosofo contemporaneo la risposta al nostro essere, nel tempo in cui viviamo e quella mancanza di senso e di scopo che viene concepita in termini negativi come " nichilismo" puo' invece rinviare ad un positivo disvelamento dell'inganno epocale subito dalla sudditanza occidentale al pensiero cristiano che pervade ogni ambito della conoscenza e del sapere . 
Solo la presa di coscienza , la consapevolezza , della nostra " finitudine" , del limite , dell'essere, come ci definivano i greci antichi," mortali " ,puo' sciogliere le illusioni sul futuro e ridarci la forza di sapere  affrontare nel presente di ciascuno le sfide necessarie per la sopravvivenza dell'unica entita' che abbiamo il dovere di salvaguardare : la vita, nella sua accezione piu' ampia e più disinteressata , quella esistente nel pianeta in cui noi viviamo e moriamo e dove hanno il diritto di vivere e morire quelli che verranno dopo di noi . Se non ci libereremo dal Dio che e' in noi  , l'illusione di infinito e la cieca speranza rappresentera'  la fine del genere umano . 



lunedì 5 novembre 2012

Il caso e il caos



Quante volte ci siamo fermati a guardare un cielo stellato e abbiamo provato a contarle quelle stelle ,  appartengono alla nostra galassia , ma nello spazio vi sono tante galassie quante sono le stelle che possiamo osservare e ancora di piu’ – Lo chiamiamo infinito perche’ la nostra mente limitata non ci consente di comprenderne la definizione e le stelle sono una parte di quell’infinito .
In quell’infinito, dove i corpi celesti sono in numero incalcolabile, esiste un pianetino chiamato terra che e’ li da milioni di anni e sopra quel pianetino, in quella sua buccia galleggiante sul magma  fuso, chiamata terra, da prima esiste la vita, poi prende forma l’umanita’  e poi ancora la civilta’ , una civilta’ che ha pochi millenni eppure ci sembra da tanto che quasi ci sentiamo adulti. 
Alla fine di tutto cio’ ci siamo noi , la nostra piccola vita individuale  che oggi puo’ sperare in meno di cento anni di sopravvivenza nel migliore dei casi : un attimo davvero fuggente nella scala del tempo.
Il caso che crea la vita , dal caos : miliardi di combinazioni come un immenso computer che elabora incessantemente dati e alla fine dell’alchimia esce qualcosa su un pianetino in una delle miriadi di pianeti del sistema solare in miriadi di sistemi simili di una delle miriadi di galassie sparse nel cosmo. 
Una moltitudine umana che e’ nullita’ persa nell’infinito e incapace perfino di capacitarsi del suo essere infimo e finito. Si vive insieme o si muore da soli come sul pianetino perso nella galassia. 
Le leggi che governano il macrocosmo sono le stesse che governano il microcosmo e la povera mente umana si dilata verso l’immensita’ o  si contrae verso l’infinitamente piccolo senza mai trovare la soluzione : l’infinito ascendente e l’infinito discendente e in mezzo noi che ne esemplifichiamo il principio. 
Quante teorie e filosofie sono state elaborate per superare questi limiti , scienza e fede su versanti a volte opposti nella tensione verso la verita’ ultima. Da prima era il fuoco e il monolite , poi la scienza e un Budda : uguale la ricerca diversa la via . Comprendere ci aiuta solo a scoprire quanto vi e’ ancora da  comprendere in una corsa senza fine o per noi forse ancora breve. 
La sottile buccia che sostiene tutti noi sul pianeta terra e’ il risultato di alchimie del cosmo durate milioni di anni , ma che l’umanita’ disprezza e consuma nel volgere di un mattino.
 La maledizione di Prometeo ci perseguita e ci condanna alle false speranze della scienza e delle religioni che fanno sentire gli umani come immortali quando invece per gli stessi greci dell’antichita’ gli uomini erano semplicemente “ I mortali “ per distinguerli dagli dei .


giovedì 1 novembre 2012

Crisi economica e crisi ambientale

Adesso e' stato l'uragano Sandy a devastare aree vastissime del nord america e dei caraibi, prima una estate torrida aveva messo in ginocchio altri Stati distruggendo i raccolti di mais, poi i tornado e poi gli incendi e ancora gli inverni polari, tutti direttamente o indirettamente causati dal riscaldamenti globale che altera il clima e le correnti aeree e marine . 
Eppure gli Stati Uniti non hanno ancora preso impegni seri e iniziative importanti contro il riscaldamento globale terrestre . Cosa deve ancora succedere ?
 Intanto i ghiacci del polo si stanno riducendo del 40% e i ghiacciai montani nel mondo arretrano come non avveniva da secoli, superando le piu' pessimistiche previsioni . Studi comparati dimostrano che "l'antropocene" ,come viene definita la nostra era geologica, rischia di avere vita breve a causa dell'azione umana sull'ambiente .

I livelli di CO2 rilevati nei ghiacciai dell'antartide rilevano un nesso causale tra ere calde ( alti valori di CO2 ) e glaciazioni ( Bassi valori di CO2 ) sul pianeta terra da oltre 800mila anni con un andamento medio costante, ma solo negli ultimi anni il livello della CO2 ha superato di una volta e mezzo i valori medi da quando si conosce l'uomo, con cio' superando tutti i limiti conosciuti . Anche se la vita sulla terra non si spegnera' come si spegne la luce in una stanza , tuttavia si puo' davvero pensare che le economie 
 siano in grado di  fronteggiare catastrofi ambientali che ormai si susseguono con regolarita' quasi annuale senza collassare per l'impossibilita' ormai di gestirle?

 Alcuni dei pilastri della vivibilita' sul pianeta stanno superando la soglia della irreversibilita' oltre la quale cioe' non e' piu' possibile porci rimedio, eppure i governi parlano d'altro e non si accorgono che le crisi economiche saranno sempre piu' la diretta conseguenza della crisi ambientale determinata dagli stessi comportamenti umani .
 Scoprire che, senza ombra di dubbio, il riscaldamento terrestre e' determinato dalle attivita' umane e non da eventi incontrollabili , dovrebbe far comprendere che gli stessi uomini potrebbero trovare la soluzione se solo abbandonassero il criterio della crescita 
infinita e prendessero coscienza dei limiti e del senso della misura .






lunedì 22 ottobre 2012

C'è chi dice NO

Nella societa' liberista , dei consumi, della globalizzazione , della finanza creativa  , dei pensieri unici e dei politici senza idee si contrappongono movimenti, associazioni di cittadini , gruppi e societa' che si dichiarano e manifestano contro le opere pubbliche .
 Dalla Tav alle autostrade , dai rigassificatori agli inceneritori , dalle trivellazioni ai ponti sugli stretti, sembrano uniti contro tutto e tutti .
 Perche' questo fenomeno di nuova contestazione e' sempre piu' diffuso e cosi radicale ?
Nasce una nuova consapevolezza che muove dalla constatazione di un progresso incapace di dare benessere , un progresso vecchia maniera che si configura come distruttivo e inefficace sul piano ambientale , ma anche sul piano economico . La macchina della crescita assomiglia sempre piu' ad un buldozer  che viaggia alla cieca tutto distruggendo senza nemmeno dare in cambio quella vita migliore e quel lavoro che da anni ormai promette invano .
 Diventa sempre piu' evidente che stiamo andando a sbattere senza nemmeno un freno che ci rallenti verso un disastro ambientale di proporzioni mondiali e un parallelo disastro economico altrettanto epocale .
Di fronte a cio' chi si ostina a credere che nuove strade, nuove ferrovie, nuove centrali , nuovi sperperi di risorse possano risollevare le sorti delle economie occidentali e non solo o e' pazzo o e' cieco . Queste proteste , spesso localizzate e che mirano ad un interesse limitato, se prese nel complesso ci stanno dicendo BASTA ad uno sviluppo insostenibile e ci stanno chiedendo un inversione di tendenza capace di prendere in seria considerazione le alternative che pure esistono e quand'anche non garantissero una ripresa economica comunque limiterebbero i danni provocati da anni di sfruttamento delle risorse e di rincorsa verso una eterna crescita che costituisce la vera utopia del nostro tempo ... e si sa ,le utopie hanno creato piu' campi di concentramento che campi di grano .

mercoledì 8 agosto 2012

L'ottimismo del futuro


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Nella scena finale del film  “2001 odissea nello spazio “ la scimmia  per la prima volta scopre che un  osso puo’ diventare una clava e con quello puo’ migliorare la sua efficacia nell’uccisione delle prede . Il primate passa dallo stadio puramente istintivo a quello di essere capace di utilizzare strumenti .  Al di la’ degli intenti del film e al di la’ delle considerazioni antropologiche, possiamo affermare che questo passaggio e’ emblematico dell’evoluzione in senso tecnico dell’uomo.   A differenza degli animali che eseguono istruzioni prevalentemente dettate dall’istinto e dai codici genetici che programmano i comportamenti , l’essere umano, poiche’ pressoche’ privo di questi codici istintuali,  si fa carico della sua indeterminazione e la traduce in capacita’ di ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo , cioe’ la pura razionalita’  che porta all’efficienza .  Dalla ruota per spostare  carichi pesanti , all’arco per colpire una preda a distanza, tutta la storia umana è stata nel segno del progresso in questa direzione .
 L’essere umano imparava dalla natura , ne carpiva i segreti , le leggi della natura erano le sue leggi . Gli antichi greci  vedevano nella natura una maestra ,  consideravano folle stoltezza pensare all’uomo che volesse assoggettare alle sue pretese il mondo, ma invece era saggio colui che sapeva adeguarvisi , tanto che il rapporto con il fine vita non aveva i connotati drammatici che assume oggi. I greci usavano il termine “ mortale  “ per definire l’uomo, cioe’ colui che aveva consapevolezza del limite suo e delle cose che lo circondavano . Il senso della misura sostituiva il demenziale senso dell’esageratezza che contraddistingue l’uomo moderno .
Quanto di questa consapevolezza  esista ancora nel mondo occidentale e nel mondo via via sempre piu’ uniformato alla filosofia del “ futuro senza limiti “ lo possiamo constatare ogni giorno .
 La speranza  da  virtu’ e’ diventata un imperativo categorico che si iscrive al concetto del futuro senza limiti e dell’immortalita’ cosi sapientemente istillata dalle religioni , ogni ramo del sapere ne e’ imbevuto : per i cristiani il passato e’ peccato, il presente espiazione, il futuro redenzione , per la  sociologia il passato e’ iniquita’, il presente e’ rivolta, il futuro e’ giustizia sulla terra , per la psicoanalisi il passato e’ trauma, il presente e’ analisi, il futuro e’ guarigione e cosi via .
 In questo contesto non puo’ esistere un limite  e quindi non puo’ esistere una soluzione che non sussista come salvifica : la scienza e la tecnica diventano cosi la panacea di tutti i mali in tutti i campi , nella medicina , nell’economia, nella tecnologia.  Se non c’e’ limite al futuro e alla salvezza perche’ preoccuparsi se questo pianeta appare insufficiente nelle risorse , nella capacita’ di superare i danni provocati dall’uomo, nell’incremento demografico ecc. ci sara’ sempre una scienza, una tecnica, in grado di sistemare tutto !
 Il cieco “ottimismo del futuro” come la definisce il professor Umberto Galimberti e la mancanza di un sereno rapporto con i nostri limiti ci rende incapaci di cambiare rotta e di accettare un ritorno a metodi di vita in grado da rendere sostenibile l’esistenza sul nostro pianeta.  
Parole come “decrescita” e “limite allo sviluppo” cozzano con il mantra della crescita e del PIL che ogni economista ci propina quotidianamente .
Bloccati entro questi schemi le nazioni sono incapaci di progettare una nuova visione dell’economia e del benessere che sappia gestire in modo piu’ distributivo le risorse anziche’ accumularle e che dal solo bene materiale e dal denaro si sposti sulle altre necessita’ umane, pure altrettanto chiaramente sentite come componenti della felicita’. 
Se la tecnica e’ diventata l’unico mezzo per realizzare qualsiasi scopo e il denaro e’ diventato l’unico mezzo per realizzare qualsiasi necessita’ , allora questi non sono piu’ ,come dovrebbero essere, dei mezzi al servizio dell’uomo , ma diventano l’unico fine .
Di fronte a questo non vi sono vie alternative e l’uomo rimane prigioniero di una prospettiva talmente miope da impedirgli qualsiasi capacita di azione di fronte ai veri drammi che si prospettano per il futuro .
Diego






mercoledì 1 agosto 2012

Se Dio e' solo e l'uomo anche

Se per Nietzsche  Dio e' morto, potremmo affermare invece che se non lo è certamente Dio e' solo ( e l'uomo anche ) .
Nella storia della religione cristiana e della societa' occidentale siamo riusciti nell'intento di costruire una morale e un insieme di regole introiettate nella coscienza sociale collettiva che costituiscono un tessuto di valori costituitisi in funzione dei rapporti tra gli esseri umani , ma non esiste una morale altrettanto radicata nei confronti dell'ambiente non umano che ci circonda , nei confronti della vita animale e vegetale , nei confronti dei beni che consentono la sussistenza stessa della vita umana come il suolo, l'aria, l'acqua .
Se un uomo compie uno stupro non viene soltanto giustamente sanzionato dalla legge, ma ha l'unanime disprezzo e la condanna di ogni uomo degno di questo nome, perche' il fine e' il "valore " dell'essere umano in quanto tale , viceversa  se si inquina un canale che irriga i campi, fornisce acqua al bestiame , fa vivere i pesci , forse il danno puo' essere sanzionato in funzione del mancato utilizzo dell'acqua , cioe' vieme meno l'utilita' del mezzo , ma quanti proverebbero lo stesso sentimento di indignazione , quanti vedrebbero nell'inquinamento e quindi nell'acqua il fine della condanna ? Una morale funziona se diventa psiche collettiva, ma come puo' entrare in quest'ambito la natura e gli enti che la compongono se la nostra societa' risente ancora di un dettato biblico che fa della natura non un fine, ma un mezzo dato in mano all'uomo perche' ne disponga a suo piacimento ? Allora cosa e' l'aria ? un mezzo o un fine ? Cosa e' l'acqua ? Un mezzo o un fine ? e il suolo ?, e gli altri esseri viventi non umani ? Ecco la chiave per capire l'incapacita' e l'impossibilita' degli esseri umani di far fronte alle crisi ambientali del pianeta .

giovedì 19 luglio 2012

mercoledì 4 luglio 2012

Le compensazioni che non compensano

In un'area limitata e gia' molto inquinata si vuol far coesistere una struttura che smaltisce rifiuti tossici di origine industriale, un'inceneritore tra i piu' grandi d'Europa e una discarica di servizio il tutto paradossalmente nella prossimita' di un ospedale come il San Luigi di Torino creato per curare le patologie polmonari . Questa e' l'Italia e questi sono gli amministratori !


Nel sito della  “citta’ di Torino”  appare un comunicato stampa cosi titolato : UNA NUOVA PISTA CICLOPEDONALE IN VIA ANSELMETTI  .  La pista in questione  fa parte delle cosiddette opere compensative  che verranno messe in atto  nelle aree piu’ interessate alla presenza del costruendo inceneritore del Gerbido . La domanda che sorge spontanea e’ : cosa dovrebbero compensare queste opere ?  una presenza ingombrante e di impatto estetico negativo ? se fosse questo, nella zona  gia’ si “gode” della vista delle ciminiere di Mirafiori , dei viadotti della tangenziale , di fabbriche dimesse . Allora forse devono compensare il disagio arrecato dalle imprese costruttrici  del genere “ ci scusiamo del disagio , stiamo lavorando per voi “ . Ma l’inceneritore viene costruito, astutamente,  in una lingua di territorio che rientra provvidenzialmente nei confini del comune di Torino , ma dista a poche centinaia di metri dai territori dei comuni di Beinasco, Orbassano e Grugliasco  e in una zona  dove quel genere di disagio e’ assai limitato per non dire nullo .

Quello che nessuno degli amministratori interpellati ha mai detto a chiare lettere e’ che le compensazioni riguardano le ricadute sulla salute delle popolazioni vicine (e lontane) dall’inceneritore  che le opere di compensazione non compenseranno affatto semplicemente perche’ per compensare la morte delle persone per tumore da inceneritore non basterebbe una sentenza  di condanna  pari a quella comminata nei confronti dei responsabili dell’Eternit  

Far percorrere su una pista ciclabile cittadini ignari e indifesi nelle vicinanze di un inceneritore e’ perfino peggio che  programmare una gita turistica  nelle vicinanze di Cernobil .

Gli inceneritori di nuova generazione, a causa delle elevatissime temperature di combustione  dei rifiuti, cioe’ delle migliaia di materiali diversi  che confluiscono nell’impianto, generano non solo le famigerate diossine , ma polveri ultrasottili , le cosiddette nanoparticelle  PM 2,5 e PM 1,0 che nessun filtro puo’ trattenere , queste polveri a loro volta composte da migliaia di elementi cancerogeni, finiscono nei polmoni e poi nel sangue dei cittadini esposti, con rischi non piu’ probabili , ma certi per la salute : in altri termini per dirla in sintesi  , piu’ si respira e piu’ si muore .

Dovremo vivere come in un gioco alla roulette russa dove la pistola con i proiettili e’ l’inceneritore e i mandanti sono questi politici che lo hanno voluto , quelli che ora ci vorrebbero compensare facendoci respirare di piu’ e meglio con una bella pista ciclabile .

Le alternative esistono , le proposte anche , ma conviene di piu’ costruire inceneritori ( che altri paesi stanno dimettendo ) ed e’piu’ comodo accusare di allarmismo chi informa seriamente sui pericoli, piuttosto che cercare soluzioni piu’ moderne , redditizie e salubri di un inceneritore.  I  rifiuti non si “valorizzano “ bruciandoli  , ma trasformandoli in nuove materie prime da rimettere in ciclo e la salute non si monetizza ne si compensa , ma si tutela .

Diego 

mercoledì 20 giugno 2012

Mercati e prospettive


In ogni trasmissione televisiva e su tutti i giornali ricorre ormai la parola mercati . Siamo vittime , oggetti e soggetti ai mercati . Un’entita’ apparentemente astratta  senza testa e senza volto con una grande pancia e una bocca voracissima capace di ingoiare interi paesi .
Ci possiamo immaginare i mercati , quelli finanziari , come grandi squali sempre in movimento con al seguito una sciame  di  pesci piccoli pronti a seguirne le mosse . Gli squali  della finanza sentono l’odore del denaro e delle occasioni di guadagno come quelli veri sentono l’odore del sangue ed essendo puro istinto senza etica non sono autorizzati a rispettare le prede . Sono i grandi investitori , le banche d'affari , seguiti da una miriade di investitori piu' piccoli .
 Le balene , ovvero le nazioni,  sembrano incapaci di ogni  iniziativa  , ma anzi spesso assistono e a loro modo collaborano .  Le balene sono convinte che non vi sia un altro mare se non quello in cui vivono da molti anni , da quando la filosofia capitalista nelle sue varie forme ha creato quel mare in cui nuotano .
 Eppure il mondo per oltre un secolo era stato diviso in due mari ben distinti dove due filosofie economiche antagoniste si disputavano i destini  dei popoli . Il fatto che una delle due abbia prevalso se non ha dimostrato che quella vincente fosse la migliore , tuttavia dimostra che , come ogni costruzione umana , anche l’economia e le leggi di mercato possono essere cambiate dalla volonta’ politica resa forte da altre filosofie capaci di concepire alternative nel modo di amministrare la ricerca di felicita’ che sta’ alla base del miraggio di ogni essere umano .
Quello che sembra un’ineluttabile  evento  evolutivo chiamato “mercato” ed economia finanziaria  in realta’ e’ soggetto alla volonta’ dell’uomo cioe’ alla volonta’ dei popoli di accettarla o rifiutarla  al pari di ogni altro prodotto umano . 
Per uscire dalla  paralisi che  sembra  afferrare i governi e quelli europei in particolare di fronte alla crisi bisogna uscire dai pregiudizi ideologici del passato e analizzare le alternative possibili a questo modello di sviluppo chiaramente fallimentare e suicida che sembra  ipnotizzare i popoli  rendendoli ciechi e sordi di fronte agli eventi .  Uscire  dalla logica del progresso senza limiti , della crescita senza limiti,  del PIL  senza limiti e riscoprire che i limiti esistono e vanno gestiti e vanno programmati e che dagli squali ci si puo’ e ci si deve difendere , vuol dire anche ripensare alle alternative del passato sapendone cogliere gli aspetti utili  e positivi .
I grandi filosofi della Grecia antica  ci avevano insegnato che si puo’ guardare in faccia alla morte non per diventarne vittime o per negarne l’esistenza come facciamo noi , ma per dare al vivere un senso compiuto e per dare al senso del limite e della misura un ruolo nella storia  del divenire umano .
Un’altra economia e un’altra visione della felicita’ e’ stata ed e’ ancora possibile se solo apriamo gli occhi  rinunciando  alla corsa verso la distruzione che tanto sembra affascinarci .
 La stessa nozione di democrazia e di liberta’ puo’ essere definita non piu’ come liberta’ di accumulare ricchezze e beni di consumo , ma liberta’ di vivere   secondo i limiti imposti dalle necessita’ piu’ essenziali dando rilievo alla istruzione, alla salute, alle risorse alimentari e ambientali , alla socialita’ e alla cooperazione prendendo dalle tanto esecrate societa’ cosiddette  comuniste o comunitarie spunti di saggezza e di lungimiranza .
La crescita puo’ diventare orizzontale cioe’ le risorse di cui ancora la terra dispone possono essere ragionevolmente ridistribuite anziche’ accumulate nelle mani di una minoranza sempre piu’ avida , le speculazioni possono essere bandite come lo fu la peste nel passato, il necessario puo’ sostituire il superfluo , ma occorre  un reset  globale , una ristrutturazione delle logiche mentali che ci hanno accompagnato fino ad oggi  e occorre farlo presto perche’ la terra non ci aspetta e se non agiremo noi lo fara lei in un modo talmente traumatico e brutale da far impallidire la piu’ cupa delle recessioni .
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domenica 10 giugno 2012

Ma quale crescita !

Se qualcuno dicesse che bisogna far stare uno stadio in una stanza, un'altro potrebbe ironizzare dicendo che si puo' far stare un'elefante in una cinquecento : una palese idiozia o al massimo una battuta .
Eppure tutti siamo serissimi quando eminenti professori o economisti parlano che bisogna continuare a promuovere la crescita in un pianeta confinato dallo spazio dell'universo , uno spazio che solo alcune navicelle spaziali e diversi satelliti hanno varcato alla ricerca di possibili quanto lontani segnali di vita elementare .
Posto che siamo ben lontani dalla ipotesi di colonizzare altri pianeti dove allo stato delle attuali conoscenze la vita di tipo terrestre non e' nemmeno lontanamente pensabile, rimane il fatto che ci rimangono pochi lustri per risolvere i gravi probblemi che la terra sta'  vivendo a causa della presenza esorbitante dell'uomo .
 Non a caso questa era e' definita dagli studiosi " antropocene " cioe' era dell'uomo sapiens . Sul "sapiens" dovremmo cominciare a nutrire dei dubbi vista la vocazione al suicidio che anima questa umanita' nella sua cieca corsa verso un'espansione delirante .
Sono stati necessari milioni di anni perche' l'uomo evolvesse allo stadio che oggi conosciamo e in meno di 2 secoli siamo riusciti a dilapidare larga parte di tutte le risorse che la natura ha creato in intere ere geologiche.  Non solo i potenti della terra , ma anche la gente comune e' sempre stata sorda e assente rispetto ai numerosi appelli che dagli anni sessanta si sono susseguiti per metterci in allerta rispetto al progressivo incremento demografico che oggi ha raggiunto l'astronomica cifra di 7 miliardi di individui in pochissini decenni e al conseguente consumo di materie prime non rinnovabili come il petrolio e i minerali estratti dalle miniere e di cui non potremmo piu' approvigionarci una volta esaurite .
Gia' nel 1972 con un libro che fu una pietra miliare nella denuncia dei limiti imposti dalla rivoluzione industriale che si intitolava appunto " I limiti della crescita" si annunciavano le conseguenze di una crescita progressiva e continua in una realta', quella del pianeta in cui viviamo,  che essendo per sua natura limitato non avrebbe potuto sopportare tali incrementi senza arrivare al collasso .
 A questo libro altri ne seguirono supportati da studi di eminenti studiosi se non dalla logica elementare che qualsiasi persona di buon senso puo' da se ben immaginare . Eppure si continua a credere o voler far credere che l'elefante possa stare in un bicchiere , magari senza romperlo e questo senza nemmeno proporsi come il mago  David Copperfield . 
Questa cecita' , da qualcuno voluta, da molti vissuta per un inconscio rifiuto di misurarsi con la realta' , ha messo sempre piu' a rischio l'umanita' impedendo di fatto di mettere in atto le misure di salvataggio che potevano rallentare la caduta verticale verso la quale l'homo ex sapiens  sta' quasi allegramente avvicinandosi .
 Anziche' prendere misure per una decrescita sopportabile si continua semplicemente a tacciare di catastrofismo chi parla di questi eventi accusando il dito che indica la luna anzichè guardare in faccia la realta' , al limite si discute sul quando ci troveremo , ad esempio, senza petrolio come se 30 anni di  piu' o 30 anni di meno su un elemento che e' stato immagazzinato nelle viscere della terra in milioni di anni facesse la differenza .
Abbiamo ancora religioni che esaltano la crescita demografica come se vivessimo nel 1700 quando in  tutta l'Europa vivevano si e no 120 milioni di abitanti ( ora solo l'Italia ne conta oltre 60 milioni ) , mentre dovremmo batterci per una progressiva riduzione delle nascite a livello mondiale,  che sono la causa principale di tragiche emigrazioni e di un esasperato bisogno di risorse alimentari e non . Siamo diventati le cavallette della Terra e tutti sanno che fine fanno le cavallette .
 Cio' sta' gia' provocando fenomeni di accaparramento a cui non sono estrenee le guerre finanziarie che speculano sulla poverta' e creano divaricazioni sempre piu' grandi tra ricchi sempre piu' ricchi e apparentemente piu' al sicuro e poveri sempre piu' poveri da sacrificare alle grandi crisi ambientali e alimentari che verranno .
Eppure al vertice dei nostri pensieri e di quelli dei nostri amministratori vi e' ancora il PIL , la crescita, l'economia e non la salvaguardia dell'ambiente in cui viviamo e contestualmente la salvaguardia delle generazioni presenti e prossime .

mercoledì 4 aprile 2012

Prima di spegnere la luce


Quanti anni ho ?  non lo so piu’ , la mia memoria fa brutti scherzi ormai , qualcuno mi ha detto 88 .
Da quando sono stato male non riesco piu’ a parlare ne’ a scrivere , ma riesco ancora a pensare  . 
Da quando sono stato male i miei figli mi hanno ricoverato in questa struttura che chiamano casa di riposo : chissa’ perche’ poi riposo , il riposo richiama alla serenita’ , dopo la stanchezza , dopo gli affanni , eppure quella stanchezza, quegli affanni , erano vita e ora c’e’ solo attesa , un’attesa senza speranze e senza gioia .
Qui ,dove sono, dipendo da delle badanti e dai loro umori e’ se qualcuna si innervosisce perche’ deve cambiarmi il pannolone , o urla perche’ non  voglio bere l’acqua calda che mi fanno ingurgitare , nessuno se ne accorge o si preoccupa . E pensare che a me piaceva cosi tanto la Coca Cola o in estate una bella birra fresca e schiumante, ma qui solo acqua di rubinetto nemmeno fresca . Gia’ perche’ l’acqua non contiene  zuccheri  che  fanno male ai diabetici, anche se io non sono diabetico . Dicono che ho la demenza senile perche’ non parlo e tengo spesso gli occhi chiusi . Eppure capisco , capisco lo stato di abbandono affettivo in cui versiamo . Siamo diventati improduttivi , anzi lo eravamo gia’ quando siamo andati in pensione e si sa’ , nella societa’ fondata sul mercato se non produci piu’ sei fuori , fuori da tutto .
 In cambio siamo diventati noi dei prodotti , merce avariata , ma redditizia per chi ci accudisce o meglio ci ha immagazzinato in attesa del cassonetto o dell’inceneritore . Percio’ ci fanno mangiare anche se non ne abbiamo voglia e ci tengono sufficientemente in vita , anche se e’ una vita insufficiente .
Tra noi detenuti in case di riposo non ci parliamo , nemmeno quelli che hanno ancora voce . Pensare che un tempo i vecchi erano quelli che parlavano di piu’ , li mettevano a capotavola con tutta la famiglia riunita e i figli e i nipoti, tutti ascoltavano il grande vecchio quando raccontava loro della sua vita trascorsa, delle esperienze, dei consigli che la vita gli aveva insegnato .
 Noi invece siamo tutti li , sulle nostre carrozzine , in una saletta a guardare una televisione che viaggia da sola, senza pubblico e senza attenzione , la mattina in attesa del pranzo , il pomeriggio in attesa della cena e poi di nuovo cosi , giorno dopo giorno in attesa , in attesa di una fine che tarda a venire , come una liberazione per tutti , meno che per l’istituto che perde un cliente , anche se i clienti certamente non mancano .
Qualche parente di tanto in tanto viene a trovarci e ci porta un giornale o un cioccolatino che furtivamente scarta e infila in bocca al vecchietto che accenna a un sorriso .
I miei figli non vengono quasi piu’ , uno e’ ingegnere e vive in un’altra citta’ e mia figlia e’ sempre di corsa tra nipoti e lavoro … tanto io qui sto bene , cosa mi manca !?  Ho perfino un balcone che non posso usare , sai , per via delle correnti d’aria , e ho un compagno di camera che parla e si lamenta , anche di notte , ma non parla con me , parla da solo e solo Dio sa quello che dice .
Ogni tanto penso alla mia bella casa sul mare , agli amici che non vedo piu’ , forse gia’ morti , forse anche loro, come me, detenuti in case di riposo o in domicilio coatto con badanti al seguito . 
  Tutte le mie cose , i miei ricordi , i miei libri , i miei dischi , non sono piu’ miei , forse nemmeno sono piu’ , magari venduti, dispersi, regalati,  perche’ tanto appartenenti ad un moribondo ancora in vita .
Nelle nostre stanze solo indumenti , tute o pigiamoni , e nel cassetto una foto inutile dei figli .
Quando anche quel poco di memoria se ne andra’ si spegnera’ la luce e rimarranno solo le stanze semivuote e i corridoi  bianchi di questa casa che  nemmeno il sole riesce piu’ a scaldare .  

mercoledì 28 marzo 2012

Il neoliberismo : la dittatura del terzo millennio


Uno spetro si aggira  per il mondo , non ha il volto truce del nazismo, non ha la spietata pianificazione dello stalinismo. Si presenta bene , ha le credenziali  di eccelsi economisti , premi nobel , capi di governo di nazioni ritenute da sempre democratiche . Utilizza mezzi ritenuti  altro dalla politica, come le banche , le finanziarie , il mercato .
Per capire dobbiamo andare ai tempi  della contrapposizione est-ovest , del muro di Berlino, dei due blocchi che dividevano il mondo : quello capitalista da una parte e quello comunista dall’altra .
Il comunismo ovvero la filosofia economica nata dalle intuizioni di Karlo Marx  e poi tradotta nella Russia  postzarista da Lenin dopo la rivoluzione d’ottobre, aveva creato grandi speranze di riscatto rispetto alle disuguaglianze gia’ esistenti  in occidente , e accentuate dalla  rivoluzione industriale dell’800 . Dall’altra parte il capitalismo dopo la crisi del 1929 aveva lasciato sul campo molte delusioni e molti poveri in piu’ . Con  l’avvento della seconda guerra mondiale e la successiva suddivisione in blocchi il capitalismo doveva contrastare anche politicamente quel di piu’ di speranze che larga parte dell’umanita’ nutriva nell’uguaglianza promessa dal comunismo .
 Ecco allora che nasce la corrente filosofica di un geniale economista , il britannico John Maynard Keynes che gia’ nel 1936 con The General Theory of Employment, Interest and Money aveva gettato le basi per  lo stato sociale . Quel capitalismo dal volto umano capace di garantire  anche attraverso lo Stato oltre che il mercato , quello che da solo lo Stato riusciva  garantire nel blocco comunista : una vita dignitosa  per tutti .
 Nel 1989 con la caduta del muro di Berlino e il conseguente tracollo del comunismo sovietico , venne meno la necessita’ per il capitalismo occidentale di  manifestarsi anche come capitalismo sociale .  A questo proposito dobbiamo considerare come la caduta del comunismo non fosse stata determinata tanto da rivolte dei cittadini  dell’est desiderosi di ribellarsi ad una dittatura , ma piuttosto fu determinata in prima istanza da cause economiche  le cui  origini vanno ricercate in una guerra strisciante di competizione tra oriente e occidente e da  manipolazioni economiche non molto diverse da quelle che ora mettono a rischio lo stato sociale in Europa .
Il venir meno del grande antagonista  comunista ridette fiato al capitalismo che via via  riprese  il controllo e il dominio dell’economia mondiale, anche la dove paesi come la Cina , pur dichiarandosi ancora comunisti, di fatto hanno abbracciato totalmente il metodo capitalista .
Questa  egemonia  si manifesto’ appieno negli anni 80 quando  Ronald Reagan e Margaret Thatcher: leader conservatori, in politica interna, introdussero radicali riforme in senso liberista sulla scorta delle filosofie neoliberiste di Milton Friedman  e prima di lui di Friederich von Heyek.
Il vero volto del nuovo capitalismo finanziario si rivela cosi’in tutta la sua scellerata  violenza  avendo come obbiettivo primario lo smantellamento del modello Keynesiano e dello Stato sociale,ammantandolo spesso di  anticomunismo .  
Sempre piu’ la politica diventa un‘orpello inutile , una consacrazione di riti che perdono valore e potere per sostituirsi con il potere di organismi che , stando fuori dalla politica,  la  condizionano e la dirigono .  Le cosiddette banche d’affari , i cosiddetti investitori internazionali diventano i veri despoti che controllando i grandi movimenti finanziari possono determinanare le politiche e dettare le leggi a loro piu’ convenienti a scapito delle popolazioni e a scapito soprattutto dei lavoratori , anche attraverso la globalizzazione  dei mercati  voluta e alimentata ad arte . 
Tutto cio’ avviene con il consenso  e il plauso degli economisti tutti al servizio del nuovo credo liberista, un credo che sempre piu’ si delinea come una tragica ideologia fondamentalista che non ha nulla di scientifico, ma pretende di interpretare l’economia secondo leggi  naturali prescindendo dall’uomo e dalle sue variabili .  Qui sta il clamoroso successo di una pratica economica disastrosa a qualunque verifica empirica: presentare con l’aureola della “imparzialità scientifica” modelli matematici del tutto privi di coerenza con la realtà .
Oggi siamo tutti meno liberi  e quando anche i governi apriranno gli occhi  sara’ tardi, a meno che un sussulto di dignita’ risvegli i popoli portando il capitalismo liberista al pari del comunismo sovietico e del nazismo alla fine della sua storia .  

venerdì 9 marzo 2012

Popolo : una parola che ha perso significato

Nel tempo che viviamo fatto di ingiustizie sempre piu' evidenti , il crescente e drammatico divario tra ricchi e poveri in Italia, cosi come nei paesi occidentali, ha smentito chi si illudevano che il liberismo avrebbe portato piu' benessere per tutti .

 Quei diritti che sembravano intangibili perche' conquistati con il sangue di tante lotte operaie e di un popolo che davvero era sinonimo di unita' nella ricerca e nella rivendicazione di un progresso che fosse civile prima ancora che economico e industriale , stanno via via estinguendosi corrosi da governi e politiche sempre piu' tese ad aumentare i benefici di pochi a scapito dei tanti .

  Il "popolo" e' diventato un magma indistinto dove si mescolano proletari e borghesi, donne e uomini , ricchi e poveri fino a diventare il pretesto per giustificare la presenza di governi maleodoranti e fascisti .

 In questo quadro i vecchi slogan cone "Potere al Popolo" cosi cari alle vecchie generazioni sono fuori dal contesto attuale e si dovrebbe allora parlare di "Potere agli Ultimi" per ribaltare di nuovo la storia delle societa' e delle nazioni come ci insegna la storia, che essendo staria di uomini, deve periodicamente ripartire da zero per rinascere dalle sue ceneri .

mercoledì 7 marzo 2012

"L'equita' " dimenticata

Il governo aveva promesso rigore ed equita' . 
Abbiamo visto rigore verso le pensioni e i pensionati , vediamo rigore nel voler riformare l'articolo 18 , vediamo rigore nell'impedire le proteste contro un'opera superflua come la Tav .
 L'equita' e' fatta di fichi secchi , di finte liberalizzazioni, di scarse o nulle azioni contro i grandi patrimoni, i denari scudati o nascosti in Svizzera, delle spese militari, contro la corruzione ecc. La giustizia sociale rimane una chimera perche' manca un governo, manca una politica, si e' persa una filosofia che metta l'uguaglianza al primo posto . 


Quando l'eguaglianza e la fratellanza (egalite', fraternite') diventeranno piu' importanti di una liberta' sempre interpretata a vantaggio del piu' forte non si avranno vere novita' nella conduzione delle nazioni . Il mondo e' stato condannato alla rovina quando si e' pensato che gli ideali del comunismo, nel senso originario del termine, avessero esaurito la loro spinta propulsiva .


98 miliardi spesi per l'alta velocita' che trasporta 300.000 passeggeri, 4 miliardi spesi per i treni regionali e pendolari che trasportano qualche milione di persone . Risultato : ferrovie da terzo mondo per tutti , ferrovie di lusso e in perdita per pochi . Questo e' emblematico del modo di concepire " l'equita' " .

mercoledì 22 febbraio 2012

Psicoanalisi : tra illusione e fede .

Nel tempo in cui viviamo la medicina è sempre piu’ diventata una scienza che si attiene ai dati clinici  senza preoccuparsi troppo delle percezioni del paziente e rendendolo alla fine sempre piu’ oggetto di  cura  piuttosto che soggetto . La psicoanalisi inserendosi in questo spazio , ha cercato di occupare il luogo della comunicazione trascurata dalla medicina .  Tuttavia tale comunicazione non si basa tanto sulla liberta’ dei  soggetti che comunicano , quanto piuttosto sulla fede che il paziente ripone nei confronti della cura .
Come spiega Galimberti nel suo libro “ La casa di psiche” prendendo ispirazione da Jaspers, la fede ha dei tratti riconoscibili : quando l’interpretazione trascura i criteri di cio’ che e’ vero e di cio’ che e’ falso traducendo ogni sintomo in simbolo “l’interpretazione cessa di essere conoscibilita’” . “ se tutto ha per principio un senso , non vi e’ piu’ nulla che ci difenda da dalla pretesa di un sapere totale lo priva della sua liberta’ ideativa “.
Il rischio di scivolare in una identificazione tra salute e salvezza e ricondurre il senso della malattia ad una causa – colpa  porta ad un piano “religioso” dove alla libera comunicazione si  sostituisce una “ adesione fideistica “ . “ si tratta di un processo analogo agli esercizi spirituali durante i quali ci si impossessa della verita’ non attraverso una conoscenza universalmente valida , ma addentrandosi al trattamento della propria coscienza “
La formazione degli analisti si rifa’ alle stesse logiche cioe’ “ si verifica attraverso le analisi didattiche se la persona che vi si sottopone e’ predisposta per la fede necessaria “  Cole tale l’analisi didattica appare indegna della ragione con una pratica che finisce per compromettere la scienza, la ragione e la stessa liberta’. “ Quando poi un’esperimento su  se stessi viene elevato a condizione per un’abilitazione si ha un’offesa dell’umanita’ “
Come scrive Jaspers “ forse la psicoanalisi e’ solo un dramma insensato che, attraverso la falsa soluzione che propone, mostra indirettamente cio’ che il medico potrebbe o dovrebbe fare “
“ la verita’ che l’oltrepassa si trova nello spazio della filosofia , che appartiene all’uomo che pensa in quanto tale “ .

sabato 11 febbraio 2012

La crescita orizzontale

Si parla di crescita , questa parola " crescita" e' all'ordine del giorno , per gli economisti , al pari del PIL rappresenta la chiave per la soluzione dei problemi sorti con la crisi che attanaglia l'Europa . La crisi che stiamo vivendo ripropone le caratteristiche derivanti dagli errori del passato in modo analogo se non simile a quella del 1929 . 
L'allora presidente americano Roosevelt per contrastare la recessione che ne consegui' diede il via ad un piano di opere pubbliche secondo una ricetta che Keynes immaginò come un meccanismo , anche improduttivo, (classico l’esempio della squadra di operai ingaggiata per aprire una buca per terra, e di un’altra squadra ingaggiata per chiudere quella stessa buca), che però aveva la funzione di far ripartire l’economia. Gli operai spendevano il loro reddito e questo consentiva alle imprese di produrre altri beni e di assumere altri operai che, a loro volta, avrebbero speso il loro reddito. In questo modo si innescava un circolo virtuoso di reddito-spesa-investimento che faceva ripartire l’economia. Questo era un rimedio temporaneo contro la crisi, poiché occorreva poi ripagare il debito aggiunto che lo Stato assumeva.
 In realtà, questo è diventato un sistema permanente dell’economia, attraverso la creazione del denaro da parte delle banche che genera debito tra tutti i soggetti dell’economia. Per aumentare il denaro in circolazione le banche centrali abbassano il tasso di sconto per rendere più facili i prestiti. Le crisi precedenti sono state superate in questo modo.
 Oggi questo non è possibile, perché imprese, Stati e famiglie, sono troppo indebitati e non possono assumere nuovi debiti. Le banche locali si indebitano con la banca centrale e moltiplicano, in funzione del proprio tasso di riserva, il denaro concedendo nuovi prestiti. L’economia gira, però non solo sale il debito complessivo, ma le banche in questo modo si impadroniscono della ricchezza prodotta dalla società. D’altra parte il capitale finanziario deve produrre interessi. E allora, solo uscendo dalla logica del profitto, dalla generazione continua di interessi, possiamo immaginare un’altra economia e un’altra società. 
A cio' oggi si e' aggiunta la finanza speculativa che arriva a scommettere perfino sulle perdite dei suoi stessi clienti o sul collasso degli stati .  Una perversione della finanza che nulla ha piu' a che vedere con il capitalismo cosi come lo conosciamo .
 Viviamo una sorta di bulimia della finanza e dell'economia che nasce con la globalizzazione e si dilata a sistema mondiale . La crescita diventa una coazione a ripetere che tende all'infinito perche' infinita e' la fame di denaro, non importa se virtuale . Si puo' davvero immaginare una economia cosi concepita senza un collasso catastrofico ? A differenza dei governanti , i popoli se ne stanno rendendo conto e vivono sulla loro pelle gli effetti di questo disastro annunciato . Sara' un processo ancora lento, ma presto si alimenteranno sperequazioni tali da rendere impossibile ai governi il controllo dei loro popoli . 
Gia' si parla di "decrescita felice" , ma piu' positivamente si dovra' parlare di "crescita orizzontale" che implica una progressiva ripresa della politica sull'economia e un consapevole ritorno alla ricchezza reale rappresentata dai beni e non dal denaro . I popoli stessi attraverso l'espressione democratica o in mancanza, con la lotta violenta, ridaranno, attraverso la politica, il ruolo di tutore del benessere degli uomini e chiederanno che la ricchezza venga ridistribuita orrizzontalmente all'interno delle societa' secondo una logica che riprende le filosofie socialiste associandole ad un nuovo modo di costruire le basi economiche secondo schemi di sviluppo sostenibile e compatibile con le risorse inevitabilmente limitate di cui l'umanita' puo' ancora disporre . 
Con l'aumento della popolazione mondiale ai prossimi 10 miliardi di individui se tutti consumassero ai ritmi americani o europei le risorse del pianeta sarebbero gia' esaurite nel giro di pochi decenni al punto che avremmo bisogno di altri sei pianeti uguali al nostro per soddisfare l'inestinguibile avidita' della parte ricca dell'umanita' . Ripensare l'economia quindi non e' solo una necessita',ma un imprescindibile vincolo di sopravvivenza .

lunedì 30 gennaio 2012

L’utopia capitalista : fine di un’era




Il capitalismo, al pari del comunismo sono filosofie nate  dall’eterna ricerca di felicita’ che l’uomo , essere mortale , ha cercato di mettere in campo per trovare sulla terra quel paradiso che le religioni promettono oltre la terra .
 Il capitalismo cercava di razionalizzare gli istinti umani che spingono al possesso e all’accaparramento di beni  diversamente  realizzati attraverso le guerre , il furto, la corruzione, la rapina, il baratto .
La sete di guadagno e di profitto e l’accumulazione di ricchezze e’ una coazione a ripetere che domina l’uomo come retaggio della  difesa del branco e dell’istinto di sopravvivenza  della prole e se in passato la relativa abbondanza di beni e di territorio consentiva l’espandersi libero e privo di conseguenze tangibili sulla terra della logica capitalista , oggi il capitalismo deve fare i conti con il progressivo esaurimento delle risorse .
Il capitalismo ha bisogno della crescita’ per sopravvivere , la logica di una economia basata su consumi crescenti e su mercati in espansione  pero’ impatta inesorabilmente con uno sviluppo che mostra sempre piu’ i suoi limiti . Questi limiti sono imposti dal nostro esistere su questo pianeta i cui confini appaiono sempre piu’ stretti  e dove non solo le materie prime sono destinate a diventare sempre piu’ rare fino ad esaurirsi del tutto , ma dove anche l’impatto delle crescenti attivita’ umane  crea le premesse per  una progressiva invivibilita’ della terra che e’ la fonte stessa dello sviluppo capitalista .
Il capitalismo e’ quindi sempre piu’ al cospetto delle contraddizioni insite nel suo stesso  progetto esistenziale ed e’ costretto a  cercare nelle soluzioni tecniche una speranza di sopravvivenza . Ma se l’economia e la tecnica sostituiscono il capitalismo in qualche modo ne evidenziano la fine .
 Secondo questa tesi , solo se le soluzioni tecniche conserveranno la vita  sulla terra o sopperiranno alla mancanza di risorse , oggi reperibili quasi unicamente  nel suolo, si potra’ alimentare la macchina mai sazia del consumo e quindi dell’economia , ma cio’ e’ proponibile ?  E’ proponibile  una soluzione che tende inevitabilmente anch’essa all’infinito all’interno di un mondo finito quale e’ quello in cui la specie umana risiede ?
Ancora la tecnica  fantastica su possibili mondi alternativi in cui la specie umana potrebbe perpetuare la sua esistenza  distruttiva , ma  cio’ sconfina ormai con la fantascienza , sia per i tempi in cui si potrebbe  realizzare un simile passaggio, che configge con l’urgenza delle soluzioni da adottare , sia perche’ non tiene in considerazione che di fatto questa ipotizzata emigrazione biblica rappresenterebbe gia’ di per se la fine di ogni forma di vita e di societa’ cosi come la conosciamo .
La verita’ piu’ concreta e realistica e’ che il capitalismo si manifesta ormai come l’utopia  del nuovo millennio  a cui dovra’ inevitabilmente seguire una decrescita , si spera graduale  e meno dolorosa  il possibile , che parta dal decremento demografico fino alla limitazione dello sfruttamento di tutte le risorse che la terra ci mette ancora a disposizione, in cio’ aiutati da  quello  che l’ingegno umano sapra’   proporre per gli anni a venire .  Per rendere   meno  demotivante questo percorso apparentemente inverso nella storia, abbiamo bisogno di una nuova filosofia che faccia intravedere traguardi inediti rispetto a quelli proposti nel 900 , capaci di fornire una nuova spinta vitale non piu’ indirizzata al consumo di beni materiali., ma capace di trovare nel benessere interiore  la capacita’ di estinguere  la sete di guadagno e di  profitto che lacera  l’umanita’ . 
  

sabato 14 gennaio 2012

Beethoven Symphony No. 6 "Pastorale"

La sinfonia n. 6 di Beethoven e' un quadro romantico messo in musica dove si possono immaginare in sequenza i paesaggi campestri cosi come erano spesso dipinti . I boschi che si intervallano a distese di prati e ruscelli e cieli azzurri con grandi nubi che ne attennuano la monotonia e dai prati in lontananza si scorgono ruderi antichi avviluppati dalla vegetazione e quasi ti accorgi di satiri che con i loro flauti inseguono le ninfe fin sul limitare dei boschi ... basta cosi , ma poi mi vengono in mente pianure invase da costruzioni spesso inutili , boschi che bruciano, torrenti inquinati e soffocati nei cunicoli e un paesaggio spesso sempre piu' desolante e mi passa la poesia .

mercoledì 4 gennaio 2012

Se questi sono "i padroni" ....

Una fabbrica chiude , una delle tante di questi tempi , tempi di crisi per tante aziende, tempi di poverta' per tante famiglie .
Le aziende chiudono perche' mancano le commesse , le banche chiudono i rubinetti del credito e gli imprenditori in difficolta', dopo essersi impegnati anche la casa, strozzati dai debiti e dalle agenzie di recupero crediti, sono costretti a chiudere le aziende  e a licenziare i loro dipendenti .
 La fabbrica di cui parlo pero' non e' in crisi , non mancano le commesse e non e' strozzata dai debiti, eppure il 31 dicembre 2011 invia per fax la lettera di licenziamento a 320 dipendenti , per la stragrande maggioranza donne : quella azienda si chiama OMSA e trova piu' redditizio riallocare la fabbrica in Serbia dove la manodopera costa, per ora, meno .
Un'articolo della nostra costituzione, il 41, quello che Berlusconi voleva abolire , ci dice che le imprese hanno un ruolo sociale e non solo, come unico fine, il profitto. Eppure, articolo 41 o no, quelle 320 donne, con anni di dedizione al lavoro sulle spalle, sono state messe sulla strada senza che l'azienda abbia fatto nulla per ridurre lo stato di sofferenza economica e umana che un licenziamento comporta.
E' giusto cosi' ? E' questo il capitalismo che serve ai bisogni della nostra societa' ? Puo' un datore di lavoro diventare datore di miseria quando lo decide senza che nessun impedimento glielo vieti salvo una coscienza e un rispetto per l'uomo del tutto affidato al libero arbitrio ? Possibile che in nome del libero mercato, della liberta' di impresa, si possa negare ad altri esseri umani la possibilita' di vivere dignitosamente senza che essi siano usati alla stregua dei macchinari o delle merci che producono?
Ecco, questi fatti gridano vendetta e ci fanno sognare il ritorno di una ideologia che sia capace di imporre con la forza, se necessario, l'uguaglianza e il diritto ad una vita decente per tutti i lavoratori anche a costo di sacrificare la liberta', ma quella liberta' che calpesta e uccide gli altri rendendoli schiavi del bisogno .