Il capitalismo, al pari del
comunismo sono filosofie nate dall’eterna ricerca di felicita’ che l’uomo ,
essere mortale , ha cercato di mettere in campo per trovare sulla terra quel
paradiso che le religioni promettono oltre la terra .
Il capitalismo cercava di razionalizzare gli
istinti umani che spingono al possesso e all’accaparramento di beni diversamente
realizzati attraverso le guerre , il furto, la corruzione, la rapina, il
baratto .
La sete di guadagno e di
profitto e l’accumulazione di ricchezze e’ una coazione a ripetere che domina
l’uomo come retaggio della difesa del
branco e dell’istinto di sopravvivenza
della prole e se in passato la relativa abbondanza di beni e di
territorio consentiva l’espandersi libero e privo di conseguenze tangibili sulla
terra della logica capitalista , oggi il capitalismo deve fare i conti con il
progressivo esaurimento delle risorse .
Il capitalismo ha bisogno
della crescita’ per sopravvivere , la logica di una economia basata su consumi
crescenti e su mercati in espansione
pero’ impatta inesorabilmente con uno sviluppo che mostra sempre piu’ i
suoi limiti . Questi limiti sono imposti dal nostro esistere su questo pianeta
i cui confini appaiono sempre piu’ stretti e dove non solo le materie prime sono
destinate a diventare sempre piu’ rare fino ad esaurirsi del tutto , ma dove
anche l’impatto delle crescenti attivita’ umane
crea le premesse per una
progressiva invivibilita’ della terra che e’ la fonte stessa dello sviluppo
capitalista .
Il capitalismo e’ quindi
sempre piu’ al cospetto delle contraddizioni insite nel suo stesso progetto esistenziale ed e’ costretto a cercare nelle soluzioni tecniche una speranza
di sopravvivenza . Ma se l’economia e la tecnica sostituiscono il capitalismo
in qualche modo ne evidenziano la fine .
Secondo questa tesi , solo se le soluzioni
tecniche conserveranno la vita sulla
terra o sopperiranno alla mancanza di risorse , oggi reperibili quasi
unicamente nel suolo, si potra’
alimentare la macchina mai sazia del consumo e quindi dell’economia , ma cio’
e’ proponibile ? E’ proponibile una soluzione che tende inevitabilmente
anch’essa all’infinito all’interno di un mondo finito quale e’ quello in cui la
specie umana risiede ?
Ancora la tecnica fantastica su possibili mondi alternativi in
cui la specie umana potrebbe perpetuare la sua esistenza distruttiva , ma cio’ sconfina ormai con la fantascienza , sia
per i tempi in cui si potrebbe
realizzare un simile passaggio, che configge con l’urgenza delle
soluzioni da adottare , sia perche’ non tiene in considerazione che di fatto
questa ipotizzata emigrazione biblica rappresenterebbe gia’ di per se la fine di
ogni forma di vita e di societa’ cosi come la conosciamo .
La verita’ piu’ concreta e
realistica e’ che il capitalismo si manifesta ormai come l’utopia del nuovo millennio a cui dovra’ inevitabilmente seguire una
decrescita , si spera graduale e meno
dolorosa il possibile , che parta dal
decremento demografico fino alla limitazione dello sfruttamento di tutte le
risorse che la terra ci mette ancora a disposizione, in cio’ aiutati da quello che l’ingegno umano sapra’ proporre per gli anni a venire . Per rendere
meno demotivante questo percorso apparentemente
inverso nella storia, abbiamo bisogno di una nuova filosofia che faccia
intravedere traguardi inediti rispetto a quelli proposti nel 900 , capaci di
fornire una nuova spinta vitale non piu’ indirizzata al consumo di beni
materiali., ma capace di trovare nel benessere interiore la capacita’ di estinguere la sete di guadagno e di profitto che lacera l’umanita’ .