Tweet Senza Prometeo: marzo 2013

lunedì 4 marzo 2013

Movimento 5stelle : dalla teoria alla prassi




La situazione determinata dalle ultime elezioni pone interrogativi preoccupanti circa la governabilita' di un paese collassato che avrebbe bisogno di risposte in tempi brevi . La vittoria del Movimento 5 Stelle impropriamente chiamati "grillini" si e' prefigurata, nell'immaginario di una moltitudine di cittadini , come la possibile soluzione a problemi sul tappeto da decenni e mai risolti per i veti incrociati e per la debolezza dei governi di sinistra che in particolare hanno quasi sempre governato ai limiti delle possibilita' numeriche in senato . 
Temi come il conflitto di interessi ,un riassetto delle frequenze televisive pubbliche non piu' sottoposte alla politica , il falso in bilancio all'interno di una legge seria sulla corruzione che ci costa all'incirca 60 miliardi di euro l'anno , lo snellimento della giustizia civile, la lotta alla criminalita' , i temi dell'aiuto alle piccole e medieimprese ,le piccole opere diffuse sul territorio e che danno lavoro  al posto di grandi opere,spesso incongruenti rispetto alla valutazione dei costi/benefici , un primato del suolo agricolo rispetto alla cementificazione del territorio , una attenzione ai temi della green economy e della tutela ambientale anche paesaggistica  e culturale , dando fiato al turismo che e' un patrimonio enorme dell'Italia , per non parlare dell’istruzione, delle spese militari ecc. Questi sono solo alcuni dei temi sui quali  si potrebbero trovare intese ampie con il partito che di fatto ha ottenuto la maggioranza dei voti almeno in parlamento .
 Tuttavia da parte del M5S sembra abbastanza evidente una strategia politica che vorrebbe rincorrere la maggioranza assoluta attraverso un ritorno alle urne mettendo i partiti tradizionali nella condizione di fare o un accordo  PD e PDL assai improbabile perche' suicida per la sinistra o un governo tecnico che svolga una funzione di passaggio cercando una intesa sulla legge elettorale per poi tornare al voto . Entrambe queste ipotesi sono tuttavia una scommessa al buio per il M5S che potrebbe anche determinare una disaffezione dell’elettorato che,sulla spinta anche emotiva dettata dal malcontento e dalla delusione,  hanno riposto grandi speranze nell’opera di cambiamento prospettata da Grillo durante la campagna elettorale .
Molti di questi elettori si aspettano ora delle azioni concrete, specialmente contando sul potere di veto e di condizionamento che il Movimento avrebbe su un governo PD . Se questa speranza verra’ vanificata e si dovranno aspettare sei mesi di stanca politica vecchio stile in attesa di andare al voto e’ probabile che gli elettori di  Beppe Grillo si sciolgano come neve al sole e il movimento si ritroverebbe con un pugno di mosche secondo il famoso proverbio del “ chi troppo vuole … “ . Il nodo gordiano da sciogliere sembra essere il voto di fiducia preventivo alla camera e al senato che pone il M5S nella difficile situazione di validare un governo a maggioranza PD, per loro assolutamente inaccettabile e tuttavia sappiamo come questa fiducia sia una formalita’ tanto obbligatoria quanto revocabile, al punto che nel precedente governo l’IDV diede la fiducia al governo Monti, salvo poi negargliela in tutti i provvedimenti di legge successivi, essendo contrari. Dare o no la fiducia preventiva mi sembra alla fine un falso problema essendo di fatto una fiducia condizionata dal tipo di programma proposto, che se condizionato a sua volta da quello del M5S avra’ vita fino a quando verra’ rispettato e condiviso in ogni suo dettaglio. Non si tratta qui di dare un’opportunita’ alla sopravvivenza di un  governo Bersani , ma di darla al paese e agli italiani che potrebbero far pagare a caro prezzo l’aver gettato il bambino insieme all’acqua sporca .
 Se si vuole davvero mettere in atto “ il tutti a casa “ bisogna  creare le condizioni perche’ in politica restino solo coloro che  hanno cuore e passione per farla e per fare questo bisogna da subito trovare gradualmente dei cambiamenti  che ne creino le premesse, primo fra tutti rendere la politica un mestiere nobile ma non lucroso e tale da sopire gli appetiti che hanno distinto la politica in tutti questi anni .
Preconizzare un tutti a casa senza opposizioni  , senza idee alternative che si contrappongano, non solo e’ utopistico ma anche non democratico . La stessa negazione destra e sinistra e’ utopistica , perche’ se e’ vero che bisogna giudicare le idee e non la loro collocazione ideologica e’ altresì vero che le idee non sono quasi mai neutrali . Tassare chi ha di piu’ e ridistribuire il reddito a chi ha di meno ha una valenza ideale diversa da quelli che magari sostengono il contrario, senza per questo non fornire ragioni a difesa della loro tesi . Possiamo chiamare la sinistra area rivolta al sociale in contrapposizione all’area rivolta all’individuale , possiamo chiamare la “sinistra” quella collettivista  in contrapposizione a quella “destra”  verticista , ma non si puo’ di fatto negare tout court  l’esistenza  nelle societa’ di queste due fondamentali filosofie destinate inevitabilmente a contrapporsi .
 Il M5S e’ costituito da cittadini di varia estrazione e tendenza ed e’ possibile pensare che, pur negando le ideologie, le idee possano non avere valenze anche contrapposte ?  Il  “tutti a casa” quindi non puo’ prescindere alla previsione che all’interno di un parlamento si creino necessariamente delle correnti di pensiero destinate di volta in volta a diventare maggioranza ed opposizione . Tutto lecito quindi a patto che cio’ rientri nel contesto della democrazia senza sospenderne i principi .
Diego Fiore