Tweet Senza Prometeo: settembre 2014

martedì 23 settembre 2014

Articolo18 : una difesa per la dignita' di chi lavora .

Non si doveva piu' parlare di articolo 18 , dopo le concessione fatte al governo Monti e le modifiche apportate sembrava che gli animosi nemici della dignita' di chi lavora avessero finalmente rinunciato ad altre pretese . Invece no , non appena si parla di riforma del lavoro ecco apparire come per incanto il tema  dei temi , la sciagura delle sciagure : il sempreverde articolo 18 .
 Questo articolo prevede la norma di elementare buonsenso e di civilta' per cui non si puo' licenziare un lavoratore senza un giustificato motivo. Chi e' contrario probabilmente non ha mai lavorato come dipendente in vita sua e quindi non sa cosa voglia dire la frase " giustificato motivo o giusta causa " .
Le regole , le restrizioni , si fanno per chi si comporta in modo fraudolento e illecito non certo per chi usa la logica del "buon padre di famiglia" . L'imprenditore che licenzia perche' vi sono oggettive motivazioni altrimenti ne farebbe a meno , il datore di lavoro che tiene in considerazione e rispetto il lavoro dei suoi dipendenti non deve temere nulla dall'articolo 18 .
 Ma purtroppo vi sono anche datori di lavoro, imprenditori, che sono usi ad ogni forma di ricatto , di imposizioni lesive della dignità del dipendente, datori di lavoro che sono inclini a licenziare chi magari non porta la cravatta blu  o chi mostra di avere opinioni proprie e le esprime, o chi ha la "disavventura" di aspettare un figlio ecc.
 Per costoro l'articolo 18 dovrebbe essere esteso ad ogni categoria di aziende .
 Il tema della dignita' di chi lavora alle dipendenze di un'altra persona o di una azienda dovrebbe essere, in un paese che voglia considerarsi minimamente civile,  al centro di ogni discussione quando si parla di lavoro dipendente perche' non vi puo' essere un cittadino che deve essere rispettato quando si muove nella società civile , ma puo' essere impunemente calpestato quando entra dentro un'ufficio o una fabbrica , ne si puo' accettare il ricatto che si possa avere un lavoro solo a patto di rinunciare alla propria dignita' e al rispetto a cui ognuno ha pienamente diritto in quanto essere umano.
Di questo tema non si parla mai , non si parla delle umiliazioni che tanti lavoratori dipendenti devono subire ogni giorno da datori di lavoro o loro delegati con deliri di onnipotenza o altre deviazioni psicopatologiche tipiche di chi ha una qualsivoglia forma di potere su un'altro essere umano .
Non esistono solo forme di lavoro gratificanti tra i dipendenti , spesso il lavoro e' solo una snervante , faticosa, umiliante necessita' per vivere o semplicemente sopravvivere .
L'articolo  18 e' un deterrente minimale per coloro che vogliono solo abusare del loro potere verso chi non potra' mai avere "il coltello dalla parte del manico" salvo, in certi casi, averne uno non metaforico .
 In una societa' civile le contese devono dirimerle i giudici e per questo semmai la giustizia deve essere celere e se , come qualcuno contesta, si dice che i giudici in caso di applicazione dell'articolo18 quasi sempre danno ragione al lavoratore , a meno di pensare che tutti i giudici siano comunisti , come era in uso nel ventennio berlusconiano,  bisogna invece dedurre che sono molti, appunto, i datori di lavoro che abusano allegramente dei loro poteri .

mercoledì 10 settembre 2014

Ucraina : casus belli




Sia nell'opinione pubblica, sia nella comunicazione ( ma i due fattori sono collegati ), si verifica una grande sottovalutazione della crisi in Ucraina . I media e piu' in generale l'informazione occidentale e' totalmente condizionata dalla appartenenza al blocco filo americano costituito dalla NATO e dai paesi membri del patto atlantico . 
La richiesta di una parte cospicua della cittadinanza ucraina di appartenere al mercato europeo ha di fatto determinato l'emergere di una realta' geopolitica finora sconosciuta .
L'Ucraina, come si evince dallo stesso nome , significa terra di confine , da una parte il nord-ovest  con una popolazione che anche storicamente gravitava piu' verso l'occidente e la Polonia e che nell'ultimo conflitto si e' anche schierata apertamente con la Germania nazista, dall'altro il sud-est storicamente e etnicamente sempre legato ai destini della Russia fin dal tempo degli zar .
Pensare che l'entrata nell'area occidentale di tutta l'Ucraina potesse essere un passaggio privo di conseguenze e' solo frutto della solita incapacita' occidentale e americana in particolare di leggere la storia o di volerla comprendere, se non ai fini di neanche troppo oscuri piani di potere .
 In Ucraina vivono 10 milioni di russi nella stragrande maggioranza residenti nelle zone del sud-est contro una popolazione totale di circa 40 milioni di abitanti . Pensare di impedire a questi 10 milioni uno spazio autonomo e costringerli loro malgrado a gravitare nel'area UE e sopratutto NATO è cosa impensabile e ancora piu' impensabile che la Russia possa stare a guardare .
 Cio' che sta avvenendo in quelle regioni non e' piu' una scaramuccia tra potenze in aree lontane dal nostro continente , non e' piu' la solita guerra tra dittature di destra e rivoluzioni di sinistra in paesi sudamericani o africani  dove le potenze si confrontavano " per interposta persona " , ma in Ucraina sono i confini diretti della Russia che si vedono minacciati , sono le popolazioni russe che la vivono, che vedono compromessa la loro liberta' di scelta e di indipendenza e questa e' una minaccia di una gravita' senza precedenti nello scacchiere internazionale dal dopo guerra ad oggi . 
A chi giova una partita tanto pazzesca quanto avventata come una guerra diretta con la Russia di Putin ?  Non certamente all'Europa , ma forse agli interessi degli Stati Uniti che sono in una fase critica e che stanno perdendo terreno nella competizione mondiale con la Cina e i paesi emergenti e sperano così di riemergere costringendo la Russia in un'angolo ribaltando gli equilibri esistenti e ridefinendo il controllo sull'Europa e che indebolendosi sarebbe totalmente soggiogata agli interessi d'oltre oceano.
Se la storia insegnasse qualcosa nessuno penserebbe a progetti tanto insani come mettere la Russia dentro una gabbia di basi NATO o peggio immaginare l'occupazione di territori che sono direttamente e storicamente legati alla Russia . Ogni volta che l'Europa ci ha provato da Napoleone a Hitler ha ottenuto solo di rinforzare il gia' fortissimo senso patriottico del popolo russo che ha reagito senza alcun complesso di inferiorita' rispetto alle potenze occupanti .

 L’Ucraina diventa il formaggio per una trappola in cui far cadere Putin e l’Europa portandoli verso una guerra che avvantaggerebbe solo gli Stati Uniti nella pazzesca speranza di eliminare i terzi incomodi nella vera partita economica tra USA e Cina .