Per un voto , 161 invece di
160, che hanno decretato nel parlamento il passaggio in aula del DEF, Orellana, ex M5S e’
stato al centro di aspre polemiche e della rabbia comprensibile di attivisti e
simpatizzanti del movimento che lo hanno
accusato di tradimento .
Messa cosi la cosa e’
difficile dire se si possa parlare di tradimento nello specifico della
votazione essendo Orellana nel gruppo misto e quindi di fatto non piu’ legato
al M5S, ma la questione pone altre considerazioni che vanno al di là del
comportamento del singolo.
Il tema del vincolo di
mandato si pone in quanto, come si sa, i parlamentari non sono legati da questo
vincolo, ma bisogna allora chiedersi a cosa dovrebbero essere invece legati .
Chi entra in un partito o in
un movimento, se lo fa con onesta’ e senza secondi fini, lo fa perche’ crede in
una certa filosofia che riguarda la visione della societa’ e della politica e
del modo di mettere in atto azioni volte a quello che ritiene sia il bene dei cittadini
che, per cio’ lo hanno votato .
Il mandato quindi dovrebbe
corrispondere all’idealita’ se le due cose ad un certo punto divergono per
motivi di coscienza o perche’ non era stato chiaro il progetto insito in quel
movimento/partito, andare ad occupare
un’altra poltrona non vuol dire semplicemente
disattendere al mandato , ma , in questo caso si, tradire gli ideali e la
filosofia che ci ha mosso verso le scelte fatte in origine , ne consegue che
dimettersi da parlamentare è la scelta piu’ onesta e coerente da prendere .
Nulla vieta poi di candidarsi alle successive
elezioni in una compagine piu’ corrispondente alle posizioni riesaminate o
creare un nuovo movimento mettendosi in gioco .
Qui veniamo anche ad un’altra
considerazione che si pone in modo inverso : la “ fedelta’ alla ditta” ,caso
emblematico che riguarda ad esempio molti cosidetti dissidenti del PD .
Se torniamo al discorso di
prima , un partito nasce in funzione di una idealita’ altrimenti detta
ideologia o piu’ correttamente visione della societa’ . Piu’ egualitaria o piu’
individualista , piu’ volta alla difesa delle classi meno abbienti senza
distinzioni o piu’ volta alla difesa di privilegi ( da non confondere con i
diritti ) e di posizioni di potere .
La domanda che dovrebbe
sorgere spontanea e’: nel caso del PD
chi ha tradito gli ideali e il mandato ? Chi dissente o chi ha fatto del PD
un’alta cosa rispetto alla filosofia originaria ?.
E’ piu’ importante essere fedeli alla “ditta”
cioè al partito, o essere fedeli agli ideali che questo doveva rappresentare ?
Chi si appella alla fedelta’ al partito
trascura l’aspetto piu’ corposo che dovrebbe essere al centro della attenzione
non solo dei militanti, ma anche dei loro rappresentanti e in particolare ai
Bersani e ai Civati, cioe’ la fedelta’
agli ideali, perchè in questo caso e’ la “ditta” che ha tradito i suoi e non
viceversa .
Renzi con il suo prepotente ingresso nel PD ha
di fatto scippato quella che avrebbe dovuto essere ( il condizionale e’
d’obbligo ) la “mission” di un partito per auto definizione di sinistra , ma
forse ci eravamo sbagliati .