Tweet Senza Prometeo: ottobre 2015

lunedì 26 ottobre 2015

Sintomi e psichiatria oggi


Umberto Galimberti.- Freud e i sintomi dell’isteria -
“ Qual è il criterio per stabilire se un disturbo psichiatrico è un’entità reale e riconoscibile e non una diagnosi arbitraria suscettibile di essere derubricata non appena cambi il clima culturale? Cosa significa, ad esempio, che l’isteria spopolava in Europa tra la fine Ottocento e il primo Novecento e oggi non troviamo un medico disposto a sottoscrivere questa diagnosi? È scomparsa una malattia, o è scomparsa semplicemente una definizione psichiatrica?
E qui viene in mente il caso di Emma Eckstein che un giorno si presenta nello studio che il dottor Freud aveva appena aperto a Vienna, dopo le sue sfortune accademiche, per esporgli un quadro di sofferenze che lo stesso Freud faticava a trattare. Dopo diversi incontri Freud decise di inviare la paziente al dottor Fliess, famoso otorinolaringoiatra di Berlino che teorizzava una stretta relazione tra il naso e i mali dell’organismo. Questa relazione Freud l’aveva già sperimentata su di sé a proposito di certi suoi spasmi cardiaci superati dopo un trattamento nasale. La poveretta fu sottoposta da Fliess a un’operazione al naso che la lasciò sfigurata, anche perché nella cavità nasale era stata dimenticata una benda. Ne seguì un’emorragia che portò la paziente a un passo dalla morte, ma Freud, amico di Fliess, difese a tal punto l’operato del collega da interpretare quell’emorragia come un sintomo isterico. La paziente, ripresasi, tornerà da Freud per curare la diagnosticata isteria e dopo alcuni anni diventerà essa stessa analista.”
UMBERTO GALIMBERTI (1942), “I miti del nostro tempo”, Feltrinelli, Milano 2009 (I ed.), ‘Miti individuali’, 9 ‘Il mito della follia’, 1. ‘Le vie errabonde della psichiatria’, p. 159
Un disturbo psichiatrico è l'etichetta che la società dà alla sofferenza del diverso che non trova una sua collocazione utile all'interno della società (o alla sofferenza che il diverso causa alla società). Quando cambia la società, cambia la definizione del disturbo, diventano disturbi atteggiamenti che prima erano perfettamente integrati e giustificati mentre altri cessano di essere disturbi. Il santo che digiunava diventa anoressico. L'omosessuale non è più un malato da curare, colui che rifiutato cerca comunque un dialogo non e' piu' colui che costruisce ponti  ma diventa uno stalker anche in caso di totale assenza di violenza e anche di fronte a muri di egoismo e indifferenza ingiustificabili che di fatto confondono la vittima con il carnefice .  Molto si potrebbe dire su questo tema .Qui mi pare importante sottolineare il peso che le mode culturali hanno avuto e hanno sulla medicina e ancor più sulla psichiatria. Il caso riportato da Galimberti è paradigmatico delle conseguenze nefaste che travisamenti del genere possono portare sulla salute e sulla vita dei singoli senza che spesso si arrivi mai a un chiarimento nè tanto meno al riconoscimento dell'errore. Per non parlare dell'importanza spropositata attribuita ai fattori dietetici con il proliferare di vere e proprie filosofie naturiste (vedasi alimentazione vegana e quant'altro).
 Dal psicologismo Freudiano si è passati oggi al neuroscientismo, se prima impazzava l'isteria, oggi l'ipocondria e i disturbi dell'alimentazione la fanno da padroni. Sempre si è alla ricerca di facili etichette da appiccicare con faciloneria e supeficialità alla sofferenza umana. E passare rapidamente al prossimo caso. Avanti un altro. Certamente rispetto al passato oggi abbiamo molte più conoscenze sul funzionamento del cervello che fanno apparire certe concezioni Freudiane un po' puerili e forse obsolete. Tuttavia, siamo molto lontani da una visione chiara e completa della psicologia umana. Freud almeno possedeva ( così sembra a noi) doti di intuito e intelligenza che gli permettevano di agire con efficacia anche al di là delle sue stesse teorie: oggi, mi pare che si brancoli spesso nel buio di un inutile meccanicismo in mano al una mediocrità dilagante in cui chiunque si improvvisa medico dell’anima. Proliferano psicologi che spesso hanno una scarsa umanita' e zero sensibilita'  verso i casi che gli si presentano, ma solo molto interesse a decifrare supposte patologie assimilandosi ad altre categorie che hanno sostituito le motivazioni solidaristiche e umanitarie con quelle dei facili guadagni dietro la facciata di professioni specialistiche.  Se a questo aggiungiamo che chi in particolare si rivolge ad uno psicologo compie piu' o meno consapevolmente un atto di fede verso il suo supposto guaritore, si evince come alla frode  si sommi un tradimento vero e proprio verso il paziente .